Scoperte galassie di 13,5 miliardi di anni fa, ancora avvolte dalla nebbia primordiale.

Sono nate 13 miliardi di anni fa, quando l'universo era ancora giovanissimo e buio, le piu' antiche galassie mai osservate. La scoperta, in via di pubblicazione sulla rivista The Astrophysical Journal, si deve ai telescopi del Very Large Telescope dell'Osservatorio Europeo Meridionale (Eso) e del telescopio spaziale Hubble, nell'ambito di un progetto di ricerca a guida italiana, coordinato dall'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf).


Le ''galassie Matusalemme'' sono ancora avvolte dalla ''nebbia primordiale'' di idrogeno neutro che per permeava l'universo dai tempi del Big Bang e che lo rendeva buio. Sono distanti ben 12,9 miliardi di anni luce e risalgono all'epoca in cui l'universo aveva solo il 5% della sua eta' attuale, nel pieno dell'epoca chiamata della ''reionizzazione'', nel quale la nebbia ha cominciato gradualmente a dissolversi lasciando spazio alle luce di stelle e galassie.

Le osservazioni e le misure fatte dai ricercatori nel corso di tre anni hanno permesso di ricostruire per la prima volta le fasi di questo processo. Sono state calcolate, ad esempio, distanza e la quantita' di radiazione ultravioletta assorbita. ''Nel nostro lavoro abbiamo vestito un po' i panni degli archeologi'', ha detto Adriano Fontana, dell'Osservatorio di Roma dell'Inaf, che ha coordinato il programma di ricerca.

''Con i telescopi a nostra disposizione - ha aggiunto - siamo riusciti a gettare lo sguardo direttamente sul passato remoto del nostro universo e osservare la debolissima luce proveniente da galassie che si trovavano in epoche differenti dell'evoluzione cosmica''.

Per Laura Pentericci, sempre dell'Osservatorio di Roma dell'Inaf, che ha guidato lo studio, le galassie ''sono il piu' numeroso e antico campione che oggi possiamo osservare''. Tra le cause che hanno fatto diradare la nebbia primordiale, i maggiori indiziati sono le prime stelle nate dopo il Big Bang, molto diverse da quelle attuali: ''erano probabilmente molto piu' grandi, calde e luminose del nostro Sole'', ha rilevato Eros Vanzella, dell'Osservatorio di Trieste dell'Inaf, che ha partecipato allo studio.

Non si esclude che alcune di queste stelle primordiali possano brillare nel cuore delle galassie lontanissime appena scoperte. ''La radiazione emessa da alcune delle galassie che abbiamo osservato e' insolitamente 'calda''', ha spiegato Vanzella. Tuttavia, ha concluso, per verificare questa ipotesi saranno necessarie ulteriori osservazioni.

fonte ANSA

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