Il mondo sull'orlo di una terza guerra mondiale?

Mentre il mondo è distratto dalla catastrofe della crisi finanziaria globale, il Mediterraneo sembra sul punto di incendiarsi. Nel mirino, ancora e sempre, il paese degli Ayatollah, contro cui Israele medita un devastante raid aereo, come ammesso dallo stesso presidente, Shimon Peres.
Attualmente il fuoco è concentrato sull’alleato confinante, la Siria, che sembra destinato a fungere da detonatore. Ma stavolta, clamorosamente, torna in campo la potenza nucleare ex-sovietica: se finora ha tenuto un basso profilo, domani Mosca potrebbe pesare in modo decisivo sulla pericolosa evoluzione della crisi che minaccia il Mediterraneo e il Medio Oriente. E che, secondo il professor Michel Chossudowsky del Global Research Institute, sarebbe più corretto chiamare Terza Guerra Mondiale.
Se Damasco rappresenta l’anticamera dell’assalto finale all’Iran, da Mosca arriva l’avvertimento più esplicito: giù le mani dalla Siria. Rimasta passiva nella guerra in Iraq e poi nell’operazione che in Libia ha condotto alla caduta di Gheddafi, stavolta la Russia non resterà alla finestra. Mosca considera un attacco occidentale contro la Siria come una “linea rossa” che non tollererà.

La guerra intanto si avvicina, innanzitutto attraverso l’ormai consueta pressione mediatica: diversi articoli sono stati fatti circolare, segnalando che alcuni caccia provenienti dalla Turchia e da altri stati islamici sarebbero entrati nello spazio aereo siriano sotto pretesti “umanitari”, con l’aiuto logistico degli Stati Uniti.
La Russia ha installato sistemi radar avanzati presso tutte le principali installazioni militari e industriali siriane, confermando l’imponente dispiegamento difensivo col quale Mosca si sta preparando a proteggere la Siria, come ai tempi della Guerra Fredda. Dalla seconda guerra mondiale, non si era mai visto un simile spiegamento di forze. Anche le forze armate del Regno Unito starebbero intensificando i preparativi in vista di attacchi missilistici degli Stati Uniti contro siti iraniani.
Mentre l’Iran è il prossimo obiettivo, insieme con Siria e Libano, il nuovo dispiegamento militare strategico minaccia anche Corea del Nord, Cina e Russia. All’inizio sembrerà un’operazione militare come tante altre, un semplice raid aereo punitivo sull’Iran ribelle. Sarà invece l’inizio della Terza Guerra Mondiale. Uno scenario da fine del mondo: prima mossa, l’Iran. Poi, le reazioni a catena e i veri obiettivi: fermare la Cina neutralizzando la Russia.
Il capitalismo imperiale, in crisi, pensa di non avere più altri mezzi per garantirsi l’accesso privilegiato alle risorse vitali: acqua, petrolio e gas naturale. Se fallisse la politica non resterebbe che la guerra, il conflitto totale su scala mondiale.
Il vero pericolo non viene percepito: «Nessuno sembra temere una guerra nucleare sponsorizzata dall’America. La guerra contro l’Iran è presentata all’opinione pubblica come un problema tra gli altri», da vivere con l’indifferenza alla quale ormai si è abituati. Del resto, la macchina di uccisione globale è sostenuta anche da un culto insito di morte e distruzione che pervade i film di Hollywood, per non parlare delle serie Tv di guerra e criminalità in prime time sulle reti televisive. Culto di morte approvato dalla Cia e dal Pentagono, che supportano anche finanziariamente le produzioni di Hollywood come strumento di propaganda di guerra.
Il previsto attacco contro Teheran fa parte di una coordinata “road map” militare globale. E’ la cosiddetta “guerra lunga” del Pentagono: un conflitto senza frontiere guidato dal profitto, un progetto di dominazione mondiale, una sequenza di operazioni militari. I pianificatori militari della Nato, hanno previsto vari scenari di escalation militare, con relative implicazioni geopolitiche: mentre Iran, Siria e Libano sono gli obiettivi immediati, Cina, Russia e Corea del Nord, per non parlare di Venezuela e Cuba, sono anch’esse oggetto di minacce da parte degli Stati Uniti. Obiettivo strategico nella corsa alle risorse: sconfiggere il gigantesco competitor cinese e annullare la capacità militare della difesa russa.
Il pericolo è tanto più reale se si considera l’assoluta indifferenza dei mezzi di informazione. In coro, i media occidentali hanno bollato l’Iran come una minaccia alla sicurezza globale in vista del suo programma di presunte armi nucleari (inesistente). Anziché constatare che l’unica, vera minaccia alla pace nel mondo proviene dall’asse che collega Stati Uniti, Nato e Israele, si preferisce instillare tacitamente, nell’inconscio popolare, la nozione che la minaccia iraniana è reale e che la Repubblica islamica dovrebbe essere “conquistata”.
Nel frattempo, a fronte di un possibile conflitto con esiti devastanti, il movimento pacifista pare del tutto inerme ed impreparato. Tornerà ad agitarsi, forse, quando sarà ormai troppo tardi. Ammesso che non lo sia già ora.
La grande menzogna, sostiene la guerra e lo stato di polizia come l’unica linea di approccio, distrugge nazioni e solidarietà internazionali. Rompere la menzogna significa rompere un progetto criminale di distruzione globale, in cui la ricerca del profitto è la forza prevalente. Questo profitto guidato dall’agenda militare distrugge i valori umani e trasforma le persone in zombie inconscienti.
E allora quello che dobbiamo fare è invertire la marea, sfidare i criminali di guerra in alte cariche e i potenti gruppi di pressione corporativi che li supportano, rompere l’Inquisizione americana, minare la crociata militare Usa-Nato-Israele, chiudere le fabbriche di armi e basi militari, riportare a casa le truppe: i membri delle forze armate dovrebbero disobbedire agli ordini e rifiutarsi di partecipare ad una guerra criminale. Esagerazioni? No, purtroppo.
Il potere che vuole la guerra è fortissimo, racconta ogni giorno il contrario della verità, pretende per sé le risorse vitali del mondo. Ed è armato fino ai denti.

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