Delfini: morti misteriose nel Golfo del Messico

La National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) ha riferito che 714 delfini e altri cetacei sono stati trovati arenati sulla costa che va dal confine fra la Louisiana e il Texas fino al Franklin County in Florida, nel periodo che va da febbraio 2010 al 1 aprile 2012. Di questi mammiferi solo il 5 percento era ancora vivo.

Si tratta di una mortalità senza precedenti, normalmente infatti i delfini che vengono ritrovati sulle rive settentrionali del Golfo del Messico sono in media 74 ogni anno. I biologi della NOAA ritengono che siano morti effettivamente più di 714 cetacei, considerando anche quelli che si sarebbero decomposti o che sarebbero stati mangiati da altri animali prima di raggiungere la costa.

Rimangono ancora misteriose le cause di questo fenomeno, che perciò è stato classificato come “Evento di Mortalità Inusuale” (UME), secondo il codice del Marine Mammal Protection Act del 1972 (modificato nel 1994). L’ipotesi più probabile è che sia stato un concorso di fattori scatenanti, fra cui il disastro ambientale avvenuto in quelle acque nell’aprile del 2010 per la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma Deepwater Horizon, gestita dalla British Petroleum. Il petrolio però non può essere l’unico motivo, perché un anomalo aumento di cetacei spiaggiati si era cominciato a registrare già due mesi prima che la marea nera si propagasse. Un’altra possibile ragione può essere la brucellosi, una malattia infettiva provocata da una famiglia di batteri (Brucella), anche questo comunque non può essere il solo imputato perché su 43 delfini testati solo 11 sono stati trovati infetti. Le indagini degli esperti sono ancora in corso.

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