Grecia: Il bacino vulcanico di Santorini sta mostrando segni di risveglio!


(AGI) Washington - Secondo i ricercatori del Georgia Institute of Technology Il bacino vulcanico di Santorini sta mostrando segni di risveglio,strumenti di ricerca satellittari suggeriscono che un accumulo di 14m cubi di lava ad una profondità di 5 chilometri è avvenuto tra settembre e gennaio scorso. 
Ampiamente propagandato dagli accademici come la causa della scomparsa della civiltà minoica, ciò che resta del vulcano - e' un piccolo arcipelago - ultimo testimone di una imponente e remota attività geologica. nel gennaio del 2011. Dopo aver pubblicato le sue scoperte sull'ultimo numero di Geophysical Research Letters, dell'Istituto Andrew Newman afferma: "la nostra ricerca dimostra che l'accumulo di lava all'interno della camera magmatica sotterranea sta accelerando",questo pero' non e' un indicazione precisa di un'imminente eruzione, può causare eventi vulcanici minori , come fuoriuscite di ceneri, frane e anche fenomeni di tipo tsunami. . 
È un'isola vulcanica, originariamente circolare, con una laguna marina interna ed un ampio cratere, posto circa 8 km a nord-est dalla costa interna proprio al centro della laguna. L'acqua del mare penetrava attraverso l'unica via d'accesso ai porti interni, delimitata ai lati da due scogliere. Fu sventrata in parte da un'apocalittica eruzione del vulcano avvenuta intorno al 1627 a.C. (datazione stabilita da Manning, nel 2006, attraverso accurate analisi al C14 e dendrocronologiche) ed invasa successivamente quasi del tutto dal mare. Fu la più imponente eruzione avvenuta in Europa in epoca storica, che ebbe conseguenze devastanti per la civiltà minoica, e fu la principale causa dell'inizio del suo declino completo, di cui abbiamo testimonianze a Thera; secondo i più recenti studi, l'eruzione del vulcano provocò dapprima una pioggia di pomici e ceneri, poi piovvero massi più grossi ed infine la caratteristica pomice rosa che ha reso celebre l'isola. Quindi il vulcano esplose: un getto di materiali compressi e di gas surriscaldati raggiunse la stratosfera ad una velocità di 2000 Km/h facendo udire i suoi boati dall'Africa alla Scandinavia, dal Golfo persico a Gibilterra. Le ceneri furono sparse per molti chilometri e trasformarono il giorno nella notte più cupa e alterarono, probabilmente, albe, tramonti e condizioni meteorologiche. La violenta esplosione di magma svuotò il gigantesco bacino magmatico sottostante l'isola, provocando il crollo dell'edificio vulcanico; miliardi di metri cubi d'acqua si precipitarono nell'abisso incandescente: la repentina vaporizzazione dell'acqua scatenò una serie di esplosioni titaniche (fenomeni piroclastici) che scardinarono ciò che restava dell'isola, sollevando immense ondate alte fino a 60 metri, originando uno tsunami che raggiunse la costa settentrionale di Creta con onde alte fino a 20 m devastando tutti i villaggi di quella zona.

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