13.000 anni fa ci fu un grande botto!

La scoperta è descritta da un gruppo internazionale di scienziati nei “Proceedings of the National Academy of Sciences”: materiale vetroso fuso trovato in un sottile strato di rocce sedimentarie in Pennsylvania e in Siria. Cioè (si noti) in due luoghi distanti fra loro molte migliaia di chilometri. Per produrre quel tipo di materiale servono temperature fra 1.700 e 2.200 gradi. Si trovano esemplari simili dove sono stati fatti esplodere ordigni termonucleari. Sicché, a meno di ipotizzare una guerra atomica nella Preistoria, non c’è altro: un bell’impatto di un corpo celeste. Non grosso come quello che sterminò i dinosauri, ma certo abbastanza da raffreddare il pianeta.
Perché raffreddare? Semplice: questi impatti scaraventano milioni di tonnellate di materiale nell’atmosfera, che poi filtrano la luce del Sole. Ergo il clima si raffredda. E ne conseguono estinzioni di massa e quant’altro. Lo prova il Dryas recente: un periodo durante il quale il nostro pianeta ha subito un significativo raffreddamento climatico, iniziato proprio circa 13 mila anni fa. Ora, che l’impatto cosmico fosse una possibilità già si sapeva. Ma adesso questa scoperta arriva a fornire un argomento ulteriore.
L’ampiezza geografica della distribuzione del materiale raccolto induce a pensare che l’evento potrebbe non essere stato unico, bensì molteplice: diversi grossi frammenti si sono schiantati sulla Terra in posti lontani fra loro decine di migliaia di chilometri, dal Nordamerica fino al Medio Oriente, ma anche in Venezuela e in Germania Uno sciame, insomma. Che provocò una catastrofe: contemporanee sono l’estinzione della megafauna nordamericana e la scomparsa dell’antichissima cultura Clovis.
Conclusione: allora dobbiamo fregarcene del riscaldamento globale? Manco per niente. E’ chiaro che molti fenomeni, alcuni dei quali assolutamente imprevedibili, influenzano il nostro clima. Ma certo non possiamo contarci e strapazzare senza scrupoli il nostro pianeta. Soprattutto, visto che lo stiamo riscaldando, non possiamo contare su un “provvidenziale” impatto cosmico per raffreddarlo. Anche perché la pezza sarebbe peggiore del buco, decisamente.

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