Londra: l'altra faccia dell'olimpiade...

CONDIZIONI ORWELLIANE ANCHE PER LE OLIMPIADI.. DIETRO LA FACCIATA , LA DISUMANITA' DI UN SISTEMA CHE ORMAI MOSTRA IL SUO VERO VOLTO.... 

Il seguente trafiletto è tratto dal Corriere delal Sera, non da una fonte "complottista"....
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LONDRA - Chi accede al parco Olimpico non può vedere lo squallido campo in cui sono confinati gli addetti alle pulizie assunti per i Giochi di Londra 2012. Fango, acqua stagnante ovunque, le capanne di lamiera arrugginita con le finestre piccolissime: dentro ci si vive ammassati in dieci, un bagno ogni 28 persone, una doccia ogni 75. E per dormirci si pagano anche 18 sterline al giorno. Per le centinaia di immigrati arrivati nella speranza di sbarcare il lunario durante i Giochi Olimpici è stata un’amara delusione. 

Lo stadio Olimpico prima dell'inizio dei giochi (Ap)
LAVORO IN CLAUSURA - Pochi però si lasciano andare all’amarezza: tra le condizioni per l’assunzione gli addetti alle pulizie hanno anche firmato una clausola che impedisce loro di parlare con la stampa. Vietato anche ricevere parenti e amici per ragioni di sicurezza. 
Andrea Murhoz ha 21 anni ed è arrivato da Madrid. Al Daily Mail descrive tutto il suo raccapriccio: «Quando ho visto i cancelli di ferro ho pensato a un campo di prigionia. Era tutto orribile, pensavo che avrei fatto domanda per un lavoro ma ho cambiato idea. Due miei amici sono stati assunti ma credo che si siano pentiti». Nonostante i divieti qualche notizia filtra al di là dei cancelli. «E’ come un tugurio – dice alquotidiano britannico un ungherese -, i bagni sono luridi e c’è pochissimo spazio». Un altro aggiunge: «Non avrei mai pensato che l’Inghilterra potesse fornire condizioni di vita così poco dignitose».





ACQUA NEGLI ALLOGGI - In alcuni alloggi piove perché i tetti dei prefabbricati sono vecchi e l’acqua riesce ad entrare. Secondo il comitato organizzatore delle Olimpiadi, però, il campo rientra negli standard anche se gli ufficiali sanitari hanno ammesso che i bagni e le docce non sono adeguati. «Questa non è una prigione – si è difeso Craig Lovett, della compagnia Spotless International Services che fornisce i servizi di pulizia -. Nessuno è costretto a rimanere qui e molte persone sono felici di aver trovato un lavoro data l’alta disoccupazione che affligge il nostro Paese e il resto del mondo. Se c’erano delle lamentele potevano venire da noi, avremmo trovato una soluzione».


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