Guerra nucleare: conto alla rovescia




di Gianni Lannes

Il piano d’attacco contro il cattivo di turno - ovvero l’Iran - è pronto da anni: rivisto, rielaborato ed aggiornato più volte. E’ la volta “buona”: adesso  ci siamo, nella disattenzione del mondo “civile”. Non serve addentrarsi nella disinformazione ufficiale, ma basta compulsare qualche gola profonda dell’Intelligence per saperne di più. Sarà l'onnipotente Nato ad attivare il grilletto dall’Italia: una penisola trasformata dal governo Usa in una portaerei nel Mediterraneo. Basta dare un’occhiata alla base di Sigonella in Sicilia e al deposito di armamenti di Camp Darby in Toscana (Livorno). Quel che più conta: l’arsenale di Israele è allertato. Sono già pronte 2 mila e 500 super bombe (made in Usa) con penetratore bunker per sfondare pareti di cemento armato con 2 metri di spessore; e 2.500 di peso inferiore, ma altrettanto letali. Questi ordigni (dono di Bush ai tempi di Sharon) serviranno a colpire gli impianti nucleari iraniani. Il Belpaese che ha stretto un accordo bellico ed effettuato esercitazioni belliche con Israele sotto Berlusconi, appoggiato ora dal premier golpista Monti, è in prima linea con conseguenze facilmente immaginabili per l'ignara popolazione, già massacrata da tasse e ingiustizie.

Effetti collaterali - La Cia e la Dia (l’agenzia di intelligence della Difesa a stelle e strisce) hanno effettuato un wargame sulle probabili conseguenze di un attacco preventivo dello Zio Sam - con un pretesto costruito a tavolino - contro gli impianti nucleari dell’Iran. Non è un gioco virtuale, naturalmente, bensì una vera esercitazione militare in cui è stato simulato l’attacco finale. Il risultato, però, non è stato esaltante: secondo fonti dell’Aeronautica ed esperti, il gioco di guerra ha dimostrato che gli Usa hanno una formidabile capacità di disintegrare le infrastrutture nucleari iraniane, ma non riuscirebbero ad impedire l’allargamento del conflitto, ossia una risposta iraniana.


Arsenale proibito - Sotto le insegne della Stella di Davide, Israele, in violazione di tutti i trattati ed accordi sulla non proliferazione nucleare, ha accumulato centinaia di atomiche pronte all’uso. Il fatto è noto almeno dal 1986, grazie alle rivelazioni al Sunday Times del tecnicoMordechai Vanunu, rapito il 30 settembre dello stesso anno in Italia (Roma e La Spezia) trascinato a Tel Aviv ed imprigionato, violando la sovranità italiana. Due pesi e due misure. A differenza dell’Iran, Israele rifiuta qualsiasi forma di ispezione ai propri laboratori nucleari segreti. Ancor più grave in sede internazionale che nessuno lo abbia mai chiesto al governo di Tel Aviv. Eppure la risoluzione 687 sull’Iraq, che ha fornito la copertura sotto la quale sono stati ammazzati con l’embargo un milione e mezzo di persone irachene innocenti (in gran parte donne e bambini), parla chiaramente di un disarmo dell’intera regione. Vengono ignorate, oltretutto, anche le numerose risoluzioni con cui l’Assemblea dell’Onu ha ribadito “la sua condanna del rifiuto di Israele di rinunciare al possesso delle armi nucleari” e ha chiesto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite di “porre gli impianti nucleari israeliani (Dimona nel deserto del Negev, ndr) sotto la giurisdizione della Iaea” (risoluzione 44/121, 15/1271989). Il governo di Tel Aviv conserva il monopolio nucleare in Medioriente, impedendo che altri Paesi della Regione sviluppino programmi nucleari anche civili.

Conflitto a senso unico - Nel settembre dell’anno 2001 il governo israeliano ha varato un programma del valore iniziale (allora) di 400 milioni di dollari- sotto la supervisione della Casa Bianca - per costruire ed utilizzare un satellite per comunicazioni militari in grado di consentire operazioni complesse, condotte da tutte le forze armate a grande distanza dai confini nazionali. Per la prima volta nella sua storia - a parte attentati, stragi impunite (alla voce Ustica) e omicidi in mezzo mondo - Israele si prepara a combattere anche in profondità nel territorio arabo, puntando sulle capacità offensive dei tre modernissimi sommergibili di costruzione tedesca Dolphin, operativi nel Mediterraneo, nel mar Rosso e nell’Oceano Indiano e capaci di colpire con i missili Harpoon (dotati di testata atomica miniaturizzata di fabbricazione nordamericana) bersagli terrestri distanti fino a 150 chilometri e con missili Cruise con una gittata di 1300 chilometri.

Fu proprio la corsa nucleare a ridare un nuovo ruolo ai sottomarini: i tubi per il lancio dei siluri divennero verticali e i sommergibili si trasformarono in basi di lancio missilistiche, molto meno identificabili di quelle terrestri. Il più fedele alleato degli Stati Uniti d’America è in grado di distruggere città come Teheran, Damasco, Il Cairopremendo un bottone. Al largo dello Sri Lanka i militari israeliani hanno lanciato e sperimentato in gran segreto, con l’assistenza Usa, un missile   da crociera con gittata superiore a 900 miglia. In tal modo Israele, oltre a poter scagliare le sue bombe atomiche da terra o dal cielo, può anche spedirle a destinazione mortale via mare.

Anche nel nostro Paese - dove la Nato già sperimenta nei cieli l’aerosolterapia militare a danno del popolo italiano, grazie alla connivenza dell'Aeronautica tricolore e la gente si mette in coda per acquistare l'ultimo telefono alla moda - busserà la guerra, ma noi ci balocchiamo con i soliti replicanti in vetrina: Bersani, Vendola, Berlusconi, Renzi. Insomma, il nulla che avanza prima della fine.

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