Haiti, vittima dimenticata di Sandy

Sono bilanci ancora provvisori ma già ingenti quelli relativi alla devastazione portata dall’uragano Sandy su Haiti, il paese caraibico che ha contato finora il maggior numero di vittime, 52, ma anche pesanti danni all’agricoltura. “L’economia ha sofferto un duro colpo. La maggior parte delle coltivazioni che restavano dopo l’uragano Isaac, risalente all’agosto scorso, sono state distrutte da Sandy” ha detto il primo ministro Laurent Lamothe. 


Ci vorranno ancora alcuni giorni per avere un bilancio completo dei danni, ha aggiunto Lamothe, avvertendo che il Paese dovrà “affrontare il problema della sicurezza alimentare”. La situazione - riferisce l'agenzia Misna - è particolarmente grave nel sud dove “la tormenta si è portata via tutto” ha detto una fonte del ministero dell’Agricoltura, sia le grandi piantagioni che quelle su scala familiare; questo potrebbe provocare l’aumento dei prezzi degli alimenti già cresciuti negli ultimi mesi nell’ambito di una complessiva impennata del costo della vita che ha innescato ripetute manifestazioni di protesta. Con Sandy sono 18.000 le famiglie rimaste senza casa dopo crolli di fatiscenti abitazioni che ospitavano alcuni degli sfollati causati dal terremoto del gennaio 2010. L’Organizzazione sanitaria panamericana ha riferito inoltre che sono stati registrati 86 nuovi casi di colera, individuato per la prima volta nell’ottobre 2010 e che da allora ha ucciso 7400 persone, colpendone centinaia di migliaia. A Cuba, che per la prima volta dal 2006 ha contato nove vittime legate a un evento meteorologico, Sandy ha distrutto gran parte dei raccolti di caffè, prodotto che dà lavoro a 35.000 agricoltori. (R.P.)


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