Urano e le sue tempeste



"Il meccanismo energetico primario dovrebbe essere l'energia solare, perché non c’è alcuna fonte di energia interna rilevabile". Il telescopio Keck II è riuscito a scattare le foto più dettagliate mai ottenute del clima del settimo pianeta del nostro Sistema Solare, Urano.
Nel 1986, quando la sonda Voyager è passata avanti a Urano, ha raccolto dettagli del pianeta, fino ad allora fotografato in modo poco soddisfacente. Le immagini portarono nuovi dettagli del pianeta e della sua atmosfera, ma non abbastanza per comprenderne le dinamiche.





Ora, grazie ad una nuova tecnica applicata dall’Osservatorio Keck, da Urano stanno arrivando immagini a infrarossi ad alta risoluzione, che finalmente mostrano con un dettaglio incredibile il clima bizzarro del settimo pianeta dal nostro Sole. Le immagini sono state rilasciate a Reno, Nevada il17 ottobre 2012 in una riunione della divisione delle scienze planetarie dell’American Astronomical Society fornendo gli elementi migliori oggi a disposizione per determinare il clima complesso ed enigmatico di Urano.
L’atmosfera di colore azzurro-verde del pianeta è densa di idrogeno, elio e metano, i gas condensabili primari di Urano. I venti soffiano prevalentemente da est ad ovest ad una velocità fino a 901 chilometri all’ora, nonostante le piccole quantità di energia disponibili per spingerli. La sua atmosfera è quasi uguale a quella di Nettuno, che è conosciuto come il più freddo pianeta del nostro Sistema Solare, che con una nube ad una temperatura di -220 gradi,  abbastanza fredda per congelare il metano.
"I sistemi climatici dalle grandi dimensioni, che sono probabilmente molto meno violenti rispetto alle tempeste che conosciamo sulla Terra, si comportano in un modo bizzarro su Urano", ha spiegato Larry Sromovsky, scienziato planetario dell’Università del Wisconsin-Madison e il primo autore dello studio con il telescopio Keck II. "Alcuni di questi sistemi climatici restano a latitudini stabili e subiscono le grandi variazioni di attività.Altri si vedono andando verso l’equatore del pianeta, subendo grandi cambiamenti nella forma e  nelle dimensioni. Le migliori misurazioni dei venti che circondano questi sistemi climatici massicci sono la chiave principale per rivelare i loro misteri".
Per avere un quadro più preciso del flusso atmosferico su Urano, Sromovsky ed i suoi colleghi Pat Fry, sempre dell’UW-Madison, Heidi Hammel dell’Associazione delle Università per la Ricerca astronomica (AURA), ed Imke de Pater dell’Università della California a Berkeley hanno utilizzato nuove tecniche a infrarossi per rilevare le caratteristiche climatici più diffuse che i loro movimenti possono aiutare gli scienziati a rintracciare lo schema delle tempeste del pianeta.
"Stiamo osservando alcuni nuovi fenomeni che finora sono sepolti nel rumore di sottofondo delle immagini", ha dichiarato Sromovsky. "La mia prima reazione a queste immagini è stata… wow, e poi la mia seconda reazione è stata WOW", ha sottolineato Heidi Hammel di AURA, co-investigatore sulle nuove osservazioni ed esperto delle atmosfere dei pianeti esterni del Sistema Solare.
"Queste immagini rivelano una complessità sorprendente nell’atmosfera di Urano. Si sapeva che il pianeta è attivo, ma fino ad ora la maggior parte della sua attività è stata mascherata dal rumore nei nostri dati. La complessità del clima di Urano è enigmatica", ha continuato Sromovsky. "Il meccanismo energetico primario dovrebbe essere l’energia solare, perché non c’è alcuna fonte di energia interna rilevabile.
Orbita_Urano.jpg
Ma l’energia proveniente dal Sole su Urano è 900 volte più debole di quella sulla Terra, perché Urano è 30 volte più lontano dal Sole. Così l’atmosfera di Urano dovrebbe funzionare come una macchina molto efficiente con poca dissipazione. O almeno, le variazioni climatiche che vediamo sembrano mostrare tale esigenza".


Secondo Sromovsky, nuove immagini ottenute dal telescopio Keck II di questo pianeta sono sono i panorami più dettagliati di Urano mai ottenuti con qualsiasi strumento. Nessun altro telescopio avrebbe mai potuto raggiungere tale risultato, stando a quanto riferisce il sito Phys.org
L’Osservatorio Keck è un osservatorio astronomico costituito dai due telescopi riflettori gemelli Keck situato a 4145 metri di altezza sulla sommità del vulcano Mauna Kea, nelle isole Hawaii. Grazie alle migliaia di chilometri di oceano che lo circondano e all’altezza di oltre 4000 metri, che riduce le distorsioni indotte dall’atmosfera, questo sito è un luogo ideale per le osservazioni astronomiche. [Fonte].

Nessun commento:

 


Post più popolari

 SEGUICI SENZA CENSURA SU TELEGRAM

AddToAny