Cannabis come cura alla Sclerosi Multipla: la ricerca della Tel Aviv University

Qualche giorno prima dell’appuntamento annuale che vedrà il 12 e 13 ottobre, nelle piazze italiane, la vendita delle mele per finanziare la ricerca sulla Sclerosi Multipla, giunge la notizia di altri progressi sul campo delle cure alternative.I ricercatori della Tel Aviv University (TAU) hanno scoperto che alcuni composti, presenti nella pianta di cannabis,

potrebbero combattere e impedire l’infiammazione cerebrale e nel midollo spinale, collegata alla Sclerosi Multipla.

Avevamo già parlato di altri studi condotti a Los Angeles, o a Madrid, inerenti l’azione chemioterapica di alcuni elementi presenti nella cannabis e della loro capacità di uccidere le cellule malate, proteggendo quelle sane.

A Tel Aviv, invece, il team di ricerca ha cercato di capire se le note proprietà antinfiammatorie di CBD e THC potressero essere applicate anche al trattamento dell’infiammazione associata con la SM. E i risultati dello studio sono stati rincuoranti.

La sclerosi multipla è una malattia infiammatoria in cui il sistema immunitario attacca il sistema nervoso. Il risultato può essere una debilitazione a livello motorio, fisico e, in alcuni casi, problemi cognitivi. Ancora poco si sa, però, sia su ciò che scatena questa malattia, sia come trattarla.

Secondo Kozela, la dottoressa che assieme ad altri colleghi ha portato avanti lo studio alla Tel Aviv University, “l’infiammazione è parte della risposta immunitaria naturale dell’organismo, ma in casi come la Sclerosi Multipla, sfugge di mano. Il nostro studio esamina come i composti isolati dalla marijuana possono essere utilizzati per regolare l’infiammazione e proteggere il sistema nervoso e le sue funzioni.”

Già in un precedente studio, la dott.ssa Kozela e i suoi colleghi avevano dimostrato che il cannabidiolo (CBD), un metabolita presente nella cannabis, fosse in grado di trattare i sintomi di malattie simili alla sclerosi multipla, impedendo alle cellule immunitarie di trasformarsi e attaccare le cellule nervose nel midollo spinale.

È proprio da lì che i ricercatori hanno fatto partire le indagini inerenti al nuovo studio, cercando di osservare se le note proprietà antinfiammatorie di CBD e THC (tetraidrocannabinolo), un altro composto abbondantemente presente nella cannabis,  potevano essere applicate anche alle infiammazioni associate alla malattia della Sclerosi Multipla.

I risultati dello studio, pubblicati sul Journal of Pharmacology Neuroimmune, mostrano che le cellule immunitarie implicate nel danneggiamento specifico del cervello e del midollo spinale, sia che venissero trattate con il cannabidiolo che con il tetraidrocannabinolo, producevano meno molecole infiammatorie, in particolare una chiamata interleuchina 17 (o IL-17), in grado di raggiungere e danneggiare il cervello e il midollo spinale.

Secondo i ricercatori, sono sicuramente necessarie ulteriori ricerche per dimostrare l’efficacia dei cannabinoidi nel trattamento della Sclerosi Multipla, ma ci sarebbero comunque motivi di speranza.

“Quando viene utilizzata con saggezza, la cannabis ha un potenziale enorme. Stiamo solo cominciando a capire come funziona” ha affermato Kozela.

Ancora oggi, infatti, è difficile far passare per buoni, nell’opinione pubblica, degli studi scientifici che comunque attestino l’effetto curativo dei componenti presenti all’interno della cannabis.

Qualcosa, però, comincia a muoversi.

Il 23 febbraio, ad esempio, è entrato in vigore un decreto (G.U., n. 33 dell’8.2.2013), che inserisce in Tabella II, sez. B, dell’attuale normativa sugli usi terapeutici delle sostanze psicoattive sottoposte a controllo, i “medicinali di origine vegetale a base di cannabis”. Anche se l’Italia continua ad essere molto più indietro di altri Paesi riguardo questa tematica.


1 commento:

Marco ha detto...

Personalmente sono a favore per la depenalizzazione della cannabis, ma solo quella, si toglierebbe l'introito ai trafficanti e spacciatori, tipo Olanda.

 


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