Grecia, in carcere chi critica l'Unione Europea!

29 ott 2013 - Un destino cupo attende le persone che non sono d’accordo con le strutture, le istituzioni, i rappresentanti, i provvedimenti o gli strumenti di questa Unione Europea. Come spiega George Delastik, noto giornalista, da giovedì 24 ottobre, il Codice Penale della Grecia ha inserito l’articolo 458 a, ossia il provvedimento relativo alle “Violazioni alla normativa UE”, con il quale si prevede la reclusione fino a due anni per chi agisce contro le strutture europee, protestando o manifestando dissenso o contrarietà verso le sanzioni, i governi, i rappresentanti dell’UE.
Il governo greco degli opposti (così simile al nostro governo PD-PDL) composto da Pasok e Neo Democrazia ha infatti approvato un emendamento-bavaglio per gli oppositori dell’Europa della grande finanza: chiunque osteggi la politica dell’UE rischia la galera! Dopo i 2 milioni di euro spesi dal Parlamento europeo per bloccare blog, siti e post degli euroscettici, ora in Grecia entra nel Codice Penale il reato di opposizione alla nuova dittatura, l’Europeismo.
Prepariamoci dunque, perché la nuova ideologia che sta mietendo vittime in molti paesi europei, imporrà presto i suoi diktat di regime anche a noi, mentre siamo intenti a seguire il reality show della nefandezza politica nostrana e la costruzione della nuova marionetta dei poteri forti.



Ma ad essere perseguitati non saranno solo i greci: ricordiamo la recente istituzione dei servizi segreti europei per punire gli euroscettici, ai quali dobbiamo aggiungere l'istituzione di eurogendfor...



di MAURO MENEGHINI
I servizi segreti dell’Unione europea potranno perseguire i contribuenti e gli avversari dell’euro. Una delle costruzioni politiche più importanti di Wolfgang Schäuble sta per entrare in funzione: un servizio segreto che, finanziato con 230 milioni di euro dei contribuenti, controlli i cittadini europei. Con ciò si dovrebbe combattere il terrorismo. Ma anche filtrare demagoghi e euroscettici. Essenzialmente le truppe create dovrebbero esser impiegate quando gli stati indebitati decideranno di rafforzare la lotta agli evasori.
L’Unione Europea ha quasi completato la creazione dei servizi segreti prepostI al controllo di tutte le attività dei cittadini europei. Uno dei padri di questo progetto è il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schäuble e l’altro, annotatevi bene il nome, Frattini. Naturalmente, il servizio segreto dovrebbero controllare esclusivamente i movimenti terroristici. Questa la tesi ufficiale.
In realtà la nuova creazione può comprendere molte più attività: da chi non ha la stessa opinione agli euroscettici agli evasori fino ai demagoghi. L’UE ha in questa maniera creato i presupposti per assicurarsi un controllo inevadibile sui cittadini. Cosa che fin ora con i servizi d’informazione nazionale era facilmente eludibile. Ora Bruxelles ha assunto 1.300 collaboratori. Messo a disposizione 230 milioni di euro per assicurarsi che il progetto venga completato.



Questo è previsto. I servizi segreti saranno suddivisi in sei dipartimenti: Europol e Frontex verranno affiancate da altre quattro unità d’informazione, Intelligence Analysis Center (INTCEN), il Satellite Center, il Intelligence Directorate e il Situation Room. Queste dipenderanno dal “ministero degli esteri” (EAD). Ma in particolare il cuore della struttura dei servizi segreti sarà l’ Intelligence Analysis Center. L’idea di questa struttura così efficiente è stata di Wolfgang Schäuble che per molti anni ha ricoperto l’incarico quale ministro degli interni del governo tedesco.
Durante la presidenza tedesca della UE nel 2007 Wolfgang Schäuble costituì il gruppo denominato Future Group. Allora, ministro degli interni propose la interconnessione e la cooperazione fra polizia, corpi militari e servizi segreti a livello europeo. Questo lo si apprende da quanto riportato da Michael Monroy/ Andrey Hunko del gruppo degli europarlamentari di sinistra sul sito netzpolitik.org. I componenti del Future Group sono l’ex vicepresidente della UE Franco Frattini, l’ex ministro degli interni portoghese, sloveno, francese, svedese e ceco oltre naturalmente a Wolfgang Schäuble. Il gruppo dovrebbe ad esempio procedere “a consigliare interventi e provvedimenti riguardante la politica interna europea dal 2010” Questo quanto reso pubblico nei comunicati stampa d’allora.
In occasione di un secondo incontro il tema fu “Fusione della sicurezza esterna ed interna”. La discussione riguardò oltre ai principi giuridici (come la riservatezza dei dati) in ambito terroristico e sicurezza un miglior coordinamento delle forze militari, di polizia e di protezione civile. Gli atti dell’incontro del Future Group vennero anche pubblicati. Al punto 46 si legge: “Concludiamo sostenendo che il gruppo necessita di migliori condizioni quadro per un migliore lavoro dei corpi di polizia da ottenersi rafforzando l’Europol, mediante lo scambio costante di dati ed informazioni ed in particolare mediante l’integrazione dei mezzi tecnologici e d’informazione dei corpi di polizia”.
Il centro di spionaggio europeo (INTCEN) ha pertanto ad oggi i seguenti compiti. “L’EU INTCEN produce delle valutazioni basandosi su tutte le fonti d’informazione. Annualmente l’EU INTCEN crea circa 200 rapporti riguardante argomenti strategici e 50 rapporti speciali oltre che a briefing. A chi siano destinati tali documenti lo decide il titolo stesso delle valutazioni a seconda si tratti di organi o paesi presi in considerazione nei vari rapporti dell’EU INTCEN. La maggior parte sarà comunque a disposizione delle più alte cariche dell’UE, oltre alla direzione della EAD, Commissione europea e i Paesi dell’Unione europea (PSK) su cui verrà riportata la dicitura “Da prendere in considerazione solo se necessario” e con la dovuta cautela.
I servizi d’informazione vengono ora ulteriormente ampliati “L’INTCEN potrebbe ora diventare un organo civile-militare permanente”, così ha risposto il Governo tedesco ad una precisa domanda, questo sempre riportato da netzpolitik.org. Fino ad ora i servizi d’informazione di Bruxelles hanno raggiunto la dimensione di uno Stato come l’Austria. Insomma devono prestarsi affinché l’integrazione dell’Unione Europea avvenga senza incidenti. E negli anni prossimi avrà un ruolo chiave per combattere l’evasione fiscale. Così hanno deciso al G20. Gli Stati dovranno scambiarsi tutti i dati fiscali.
Comunque può accadere che non tutti i dati siano riportati dai corrispondenti uffici tributi. Per gli iperindebitati Paesi dell’Unione Europea avere a disposizione dei servizi d’informazione che aiutino nel recuperare delle tasse, è certamente un ottimo investimento. Tanto vengono pagati alla fine con i soldi di coloro che vengono controllati. Ora il sistema sta mostrando il suo vero volto.



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