La Vita, Il Benessere e la Malattia

27 ott 2013 - Il corpo umano cerca sempre di vivere  in una costante condizione di equilibrio, mantenuto soprattutto dall’energia elettromagnetica, prodotta dalle cellule stesse del nostro organismo.Benessere e malattiaL’energia elettromagnetica è necessaria quindi per far funzionare bene le varie parti della cellula, le cellule di uno stesso organo e quindi i vari organi di uno stesso sistema vivente. Le cellule di uno stesso organo, inoltre, avendo identica composizione molecolare, comunicano ed interagiscono,
utilizzando uno stesso segnale elettromagnetico, che propagandosi le fa “vibrare” con la medesima frequenza, ed entrare in risonanza tra loro.

Le conoscenze del codice genetico e della scienza chimica classica, non sono sufficienti per rendere chiara la complessità dei processi metabolici. Infatti, il nostro organismo è in grado di equilibrare, con stupefacente precisione, la varietà dell’offerta di nutrimento messa a disposizione, e scegliere o trasformare proprio quelle sostanze di cui ha bisogno per rimpiazzare le cellule morte. Come coordinano le cellule la loro attività, allo scopo di mantenere sano e funzionante l’intero organismo? Come può accadere che in ogni cellula abbiano luogo, ogni secondo, centomila processi chimici, esattamente coordinati tra loro e attraverso i quali vengono create nel nostro corpo, giornalmente, centinaia di miliardi di nuove cellule?

Anche se siamo ancora lontani dal capire quest’enorme miracolo, possiamo dare per scontato che affinché esso avvenga, sia necessaria una rete di informazioni che funzioni con assoluta precisione. Tra l’altro, secondo le scoperte del biofisico tedesco “Fritz Albert Popp”, noi esseri umani non saremmo né vegetariani, né carnivori, né onnivori, bensì esseri che assorbono luce. Secondo Popp, l’energia che noi otteniamo dall’alimentazione, è proprio quella della luce del sole, immagazzinata dalle piante e dagli animali.

Il benessere:

Comunicazione cellularePer le nostre cellule dunque non è possibile alcuna vita senza luce. Nel corpo, ogni minuto, muoiono e nascono 100 milioni di cellule. La comunicazione non conosce alcuna interruzione: ogni cellula riceve migliaia di messaggi al secondo. L’informazione si espande ad altissima velocità. Sappiamo che queste informazioni hanno la forma della luce e che nelle nostre cellule vengono ricevute ed inviate da una sorta di “antenna”, chiamata DNA. La doppia struttura ad elica del DNA, lo rende un’antenna per tutte le direzioni, così che l’irradiamento dei fotoni avvenga in modo ottimale. Il nostro organismo, tuttavia, è continuamente sottoposto ad “attacchi elettromagnetici”, che non sono di natura fisiologica, bensì provenienti dall’ambiente esterno. Come conseguenza, alcune delle nostre “antenne” non sono più in grado di ricevere correttamente e per intero, le informazioni che garantiscono il lavoro armonico del meraviglioso sistema precedentemente descritto.

Se si trasmette però luce alle cellule deboli, esse vengono stimolate alla rigenerazione. L’arricchimento e la qualità (frequenza) attraverso i fotoni, sono quindi decisivi per far sì che una cellula e/o un insieme di cellule o organismo possa adempiere ai propri compiti.

Si possono perciò inviare all’organismo queste “informazioni guida”, sotto forma di “quanti” di energia, luce-fotoni, in modo che esso raggiunga di nuovo il proprio equilibrio: in questo modo a tutte le cellule viene restituita la possibilità di soddisfare, in modo ottimale, i compiti loro assegnati. Grazie allo studio dei biofotoni si sono potute verificare antiche tecniche di guarigione; altre, come per esempio l’agopuntura, si potranno verificare meglio in futuro. Si è visto però già ora, che i punti cutanei corrispondenti ai punti di agopuntura, hanno una resistività elettrica inferiore, rispetto alle altre porzioni della pelle, ossia ostacolano di meno il passaggio di correnti elettriche. E si è constatato che l’emissione di biofotoni è maggiore proprio in corrispondenza dei punti di agopuntura.

Un fotone singolo può teoricamente regolare tutto il cambio di materia di una cellula, supposto che agisca sempre nel momento giusto e al posto giusto, e che la cellula abbia ancora sufficienti recettori per l’auto-cura. La “teoria dei biofotoni” dà il via alla soluzione di tanti quesiti, ai quali finora la biochimica medica non aveva saputo dar risposta, ed apre la strada alla prospettiva di utilizzare terapie diverse da quelle usate dalla medicina ufficiale (allopatica).

La malattia:

CelluleTutti gli organismi viventi irradiano un debole, ma permanente, flusso di luce, la cui intensità spazia dalla luce visibile all’ultravioletto. L’emissione di questi biofotoni è correlata a tutte le funzioni fisiologiche.

Si è osservato che le cellule sane emettono oscillazioni ordinate di luce, mentre quelle malate producono oscillazioni non ordinate. Maggiore è il disturbo, tanto più caotica è l’emissione di luce. E oscillazioni caotiche di luce, non trasmettono più correttamente le informazioni alle cellule vicine, così che anche le reazioni biochimiche non funzionano più a dovere e a questo punto è possibile lo svilupparsi dei sintomi della malattia. Quest’ultima appare quindi sempre di più, come un’interruzione (operata da batteri, virus, funghi, parassiti, sostanze inquinanti o tossiche, che nel loro complesso vengono chiamate “tossine”) delle linee di comunicazione dei biofotoni, che sono presenti all’interno dell’organismo.

Bisogna notare che tali comunicazioni possiedono una grande velocità, consentendo un coordinamento praticamente istantaneo fra le varie parti dell’organismo. Le tossine, interrompendo le linee di comunicazione, impediscono totalmente o in parte lo scambio di informazioni; ciò conduce dapprima ad un’alterazione elettrica della cellula, che si può rilevare con i metodi bioelettronici; successivamente si produce un’alterazione chimica, riscontrabile con l’esame del sangue e delle urine e infine compaiono i sintomi della malattia. Qualsiasi disordine, disturbo o rottura nel flusso di energia, causato da un trauma fisico o psichico, porta alla perdita o ad una progressiva modifica dell’informazione che arriva alla cellula, e questo è il primo stadio della malattia. Gli impulsi di comando, in sostanza, non arrivano più correttamente e con forza sufficiente alle cellule, agli organi e ai sistemi. Le difese immunitarie vengono indebolite. La battaglia interna contro i batteri, i virus e i parassiti non avviene più in modo ottimale.

Cosa sono i fotoni:

I fotoni sono delle particelle che si possono definire particolari in quanto hanno massa zero; si possono però anche interpretare come onde, perché creano fenomeni tipici ondulatori, quali la riflessione e la rifrazione. Si dice anche che i fotoni siano i quanti di energia elettromagnetica, ovvero quantità elementari (non ulteriormente suddivisibili) che rispettano le leggi della meccanica quantistica.

I fotoni del sole, sono un esempio di fotoni presenti in natura, e sono caratterizzati dal fatto di avere diverse lunghezze d’onda, ovvero varie frequenze di radiazione. La luce è il presupposto per uno sviluppo sano delle cellule, perché ne sostiene la crescita. Senza la luce e la sua energia non si potrebbe sviluppare, e tanto meno esistere, alcuna vita organica sulla Terra. Essa è la fonte originaria di energia. Questi fotoni, importanti per la vita e per il funzionamento di ogni cellula, vengono assorbiti attraverso gli occhi, la pelle e l’alimentazione.

I biofotoni:

La “teoria dei biofotoni”, insegnata dal biofisico “Albert Popp”, sulle tracce di un’intuizione ardita del russo “Gurwitsch” (1922), offre la credibile interpretazione (avvalorata da molteplici esperimenti) del fatto che l’evento biologico primario alla base della vita, e anche delle alterazioni che portano alla malattia, sia un evento fisico di natura elettromagnetica.

Nel 1922 Gurwitsch fece un esperimento su alcune radici di cipolle, che lo portò a supporre l’esistenza dell’emanazione di una radiazione fino ad allora sconosciuta. Solo 50 anni dopo, il fisico Popp e il suo gruppo di ricercatori, furono in grado di confermare con i loro esperimenti questa supposizione. Le cellule degli esseri umani, degli animali e delle piante, emanano luce, i cosiddetti biofotoni, sotto forma di “quanti energetici”, i quali permettono di scambiare informazioni anche a grande distanza.

Il termine “biofotone” indica quindi l’emissione di energia (più precisamente di “quanti energetici”) da parte di sistemi viventi, che si propaga alla velocità della luce. Ogni cellula emette segnali specifici, con caratteristiche proprie e del tessuto di cui fa parte. Secondo Albert Popp, queste emissioni regolano la crescita e la rigenerazione delle cellule e controllano tutti i processi biochimici. Che la luce sia veramente la base della trasmissione di segnali, è stato confermato senza alcun dubbio nel 1976, tramite foto-rivelatori (detektor) sensibili, detti foto-moltiplicatori.

Il supporto più importante dell’irradiamento di biofotoni è il DNA, l’acido desossiribonucleico, una parte costituente della cellula, in cui sono contenute le informazioni genetiche (cromosomi) di un sistema biologico. Il DNA consiste in dieci miliardi di molecole, che formano una spirale: esso contiene tutte le informazioni biologiche, che fanno di un essere ciò che è. Quindi il DNA è una specie di “antenna elettromagnetica” che, funzionando da stazione ricetrasmittente, assimila informazioni, da inoltrare poi alle cellule, guidando così ogni processo cellulare. L’intensità di questa luce è certo estremamente minima, paragonabile a quella di una candela posta a 20 chilometri di distanza; in compenso però essa possiede una qualità, che la predispone ad essere trasmettitrice di informazioni. La sua irradiazione non è infatti caotica, bensì costituita da vibrazioni stabili, come la luce del laser. Il termine specifico della fisica, per l’alto grado di ordine di quest’onda di luce, è “coerenza”.

Secondo Popp, l’energia elettromagnetica gioca un ruolo fondamentale nella sfera biologica dei viventi. Anche “Heinsenberg” (Premio Nobel per la Fisica) afferma che l’energia elettromagnetica è l’energia elementare dalla quale dipende tutta la vita dell’organismo vivente, poiché capace di modificare l’energia cinetica a livello atomico e molecolare. La sua esistenza (emissione) ormai comprovata e dimostrata, ci consente di comprendere l’elevato passaggio di informazioni dentro la cellula, e tra cellule e cellule, informazioni indispensabili per avviare i processi del metabolismo, quelli della crescita e della differenziazione cellulare. I biofotoni rappresentano, nell’ambito della cellula e dei rapporti intracellulari, un vero e proprio linguaggio, per la trasmissione in codice delle suddette informazioni. Anche i processi enzimatici, essenziali per la dinamica del buon funzionamento della cellula, sono guidati dai segnali elettromagnetici.

Articolo di Marco Fincati 


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