Intervista a Perrucchetti : l’ideologia di genere punta all’omologazione dell’individuo
Il ministro della Pubblica Istruzione, Stefania Giannini, ex rettore
della Università per stranieri di Perugia, da poco tempo ha fatto
sospendere la distribuzione nelle scuole pubbliche e negli asili degli
opuscoli “Educare alla diversità”, che hanno suscitato tante polemiche e
contestazioni
che con il pretesto della lotta alla «discriminazione
sessuale», diffondevano in maniera neanche troppo velata l’«ideologia
gender». Questi libretti erano stati realizzati dall’Unar (Ufficio
nazionale antirazzismo).
Ma cosa c’è dietro l’deologia della cancellazione dei sessi? Enrica
Perucchietti, giornalista, e Gianluca Marletta, docente, hanno
pubblicato UNI SEX. La creazione dell’uomo senza identità (Arianna
editrice, Gruppo Macro, pagg.120, euro 9,80). Il volume parla del
tentativo di cancellare le differenze fra i sessi.
Perucchietti, dietro questo disegno ci sono alcune lobby? Qual è l’obiettivo?
Secondo quanto esposto in UNI SEX l’ideologia di genere
farebbe parte di un progetto di omologazione dell’individuo che
partirebbe da lontano e che passerebbe attraverso diverse tappe con lo
scopo di sradicare le radici dell’uomo contemporaneo e renderlo, come
cita il sottotitolo del saggio, “senza identità”.
Il percorso di spersonalizzazione e omologazione dell’individuo passa
anche per il livellamento dell’identità sessuale e la distruzione della
famiglia. La famiglia “tradizionale”, infatti, si pone come l’ultimo
ostacolo per la costituzione di un pensiero unico e globale. Inoltre,
distruggere la famiglia “naturale” serve per ridurre o almeno mantenere
la crescita della popolazione, che è una delle ossessioni delle élite di
potere.
L’Ideologia di Genere sembra essere al giorno d’oggi uno “strumento”,
una sorta di vero e proprio “cavallo di Troia” che alcuni Poteri Forti
sono decisi ad utilizzare per “fini” che vanno ben al di là delle
sacrosante “rivendicazioni omosessualiste”, ma che mirano, con tutta
evidenza, a manipolare la natura stessa dell’uomo, allo scopo di
generare un “uomo nuovo” compatibile con il progetto ormai sempre più
avanzato di un Nuovo Ordine Mondiale.
Il mondialismo, in estrema sintesi, agisce preferibilmente sul piano
dei “costumi”, delle “mode”, dei “modi di pensare”, attraverso la
creazione di un “immaginario globale” che influenzi le scelte delle
masse. Uno degli scopi dell’azione mondialista, ad esempio, sarà quello
di demolire le “vecchie” identità (siano esse sociali, religiose,
politiche o culturali) che potrebbero, in qualche modo, rappresentare un
ostacolo all’omologazione globale.
Ci sono azioni concrete? Quali?
Uno dei segnali evidenti dell’appoggio dei Poteri Forti occidentali
all’Ideologia di Genere e ai movimenti omosessualisti, viene dal
sostegno economico “a fondo perduto” che una gran parte delle oligarchie
economiche effonde a beneficio di tali cause. Nei soli Stati Uniti,
(dati del 2008), le organizzazioni omosessualiste possono vantare i loro
principali paladini nella persona del miliardario e mondialista George
Soros – lo stesso che ha finanziato le “primavere arabe” e le
rivoluzioni filo-occidentali e anti-russe in alcuni paesi dell’Est, come
l’Ucraina – attraverso l’Open Society Institute (150 mila dollari
annui), la MacArthur Foundation (600 mila dollari), e la fondazione
della casa automobilistica Ford (1.200.000 dollari). Meritano un cenno
anche il Goldman Fund di San Francisco (che nel 2000 ha devoluto ben due
milioni di dollari alle organizzazioni gay), la Rockefeller Foundation
(con circa 60.000 dollari annui), oltre a innumerevoli altri “torrenti”
di decine di migliaia di dollari che giungono con regolarità da gruppi
come Kodak, Hewlett-Packard, American Airlines, Apple, AT&T, BP,
Chevron, Citigroup, Credit Suisse First Boston, Daimler Chrysler, Dell,
Deutsche Bank, Ernst & Young, Estee Lauder, Intel, Ibm, J.P. Morgan
Chase & Co, Johnson & Johnson, Levi Strauss & Co, Merril
Lynch, MetLife, Microsoft, Nike, Pepsi, Toyota, Ubs, Xerox e,
soprattutto, Motorola, oltre alla Fondazione Playboy (che da decenni
finanzia le organizzazioni gay). Sempre George Soros, insieme ad altri
miliardari come Jeff Bezos di Amazon o Bill Gates, ha recentemente
donato milioni di dollari ai comitati pro-matrimoni gay negli Stati
Uniti, arrivando persino ad “ungere” di dollari molti deputati del
Partito Repubblicano (il cui elettorato è, al 90% contrario ai
matrimoni-gay) pur di ottenerne il consenso.
Un tale sostegno finanziario a fondo perduto, pertanto, non
può non suscitare la domanda su quali siano le vere ragioni di una tale
mobilitazione, che avviene peraltro in contemporanea con una
sovraesposizione bipartisan senza precedenti dei maggiori leader
politici e delle più rappresentative istituzioni dell’Occidente.
-Risulta assai evidente come, al giorno d’oggi, piccoli eventi di
cronaca quotidiana vengano ampliati e diffusi al fine di manipolare
sempre più l’opinione pubblica nella distruzione della famiglia
tradizionale a favore di una insistente propaganda omosessuale. Perché?
Secondo quanto esposto in UNI SEX ciò farebbe parte di un progetto di
omologazione dell’individuo che partirebbe da lontano e che passerebbe
attraverso diverse tappe con lo scopo di sradicare le radici dell’uomo
contemporaneo e renderlo, come cita il sottotitolo del saggio, “senza
identità”. Il percorso di spersonalizzazione e omologazione
dell’individuo passa anche per il livellamento dell’identità sessuale e
la distruzione della famiglia. La famiglia “tradizionale”, infatti, si
pone come l’ultimo ostacolo per la costituzione di un pensiero unico,
globale e onnicomprensivo. Senza di essa l’uomo si crede
“libero” dal giogo della tirannia della cultura borghese, mentre appare
in realtà sempre più spaesato e abbandonato a se stesso, facilmente
condizionabile e controllabile. Inoltre, distruggere la famiglia
“naturale” serve per ridurre o almeno mantenere la crescita della
popolazione, che è una delle ossessioni delle élite di potere.
L’Ideologia di Genere sembra essere al giorno d’oggi uno “strumento”,
una sorta di vero e proprio “cavallo di Troia” che alcuni Poteri Forti
sono decisi ad utilizzare per “fini” che vanno ben al di là delle
sacrosante “rivendicazioni omosessualiste”, ma che mirano, con
tutta evidenza, a manipolare la natura stessa dell’uomo, allo scopo di
generare un “uomo nuovo” compatibile con il progetto ormai sempre più
avanzato di un Nuovo Ordine Mondiale. Uno dei segnali evidenti
dell’appoggio dei Poteri Forti occidentali all’Ideologia di Genere e ai
movimenti omosessualisti, viene dal sostegno economico “a fondo perduto”
che una gran parte delle oligarchie economiche effonde a beneficio di
tali cause.
L’ideologia del NWO prima ancora di pianificare una strategia di
conquista “materiale” del globo da parte dell’Occidente anglo-americano e
dei suoi alleati o sudditi, mira soprattutto alla creazione di un “uomo
nuovo”: un essere resettato e omologabile, stereotipato e apolide,
perfetto “mattone” utilizzabile nella costruzione del Mondo Nuovo. Mira
cioè a “creare” il cittadino perfetto del futuro governo globale.
Il mondialismo, in estrema sintesi, agisce preferibilmente
sul piano dei “costumi”, delle “mode”, dei “modi di pensare”, attraverso
la creazione di un “immaginario globale” che influenzi le scelte delle
masse. Uno degli scopi dell’azione mondialista, ad esempio, sarà quello
di demolire le “vecchie” identità (siano esse sociali, religiose,
politiche o culturali) che potrebbero, in qualche modo, rappresentare un
ostacolo all’omologazione globale. Ed è proprio in quest’ottica che si
comprende l’appoggio dei Poteri Forti occidentali all’Ideologia di
Genere la quale, rendendo “nebulosa” e ambigua persino quella dimensione
basilare che è l’appartenenza sessuale, diviene l’ingrediente
necessario alla creazione dell’uomo nuovo: un uomo nuovo che,
ricordiamo, si vuole confuso, ambiguo, letteralmente a-morfo.
Nel libro “UNI SEX” si parla di “un passo avanti verso l’omologazione
assoluta e irreversibile del pensiero unico” facendo riferimento ad un
articolo della legge Mancino del 1993 riguardo le discriminazioni
sull’identità sessuale e a tutte quelle misure adottate nei vari paesi
per ridurre sempre di più le differenze tra maschio e femmina a partire
dalla scuole. Quali motivi si nascondo dietro l’idea di un Nuovo Ordine
Mondiale?
Per comprendere che cosa sia il Nuovo Ordine Mondiale è necessario
ricostruire le tappe che hanno portato, attraverso i secoli, allo
sviluppo di una vera e propria ideologia mondialista, riscoprendone le
radici e i presupposti filosofici (ma anche spirituali e teologici).
Marletta ed io abbiamo dedicato a questa ricostruzione storica e
giornalistica il nostro precedente saggio edito da Arianna, Governo
Globale. La storia segreta del Nuovo Ordine Mondiale. Anche l’ideologia
del NWO, infatti, attinge la sua linfa vitale da un preciso contesto
storico, identificabile con il mondo protestante inglese dei secoli XVII
e XVIII in cui nasce l’idea di una Nuova Era di “trasformazione del
mondo”, di un progetto prima utopistico e poi politico di “rinnovamento”
dell’umanità.
Fatte salve le differenze che contraddistinguono le diverse correnti
interne, possiamo identificare alcuni obiettivi essenziali
dell’ideologia mondialista:
1. L’evidente aspirazione ad governo universale e sovranazionale
controllato più o meno direttamente da un’autoselezionata élite;
2. La diffusione o imposizione di un pensiero omologato tendente a
dissolvere le identità e le particolarità culturali, politiche e
religiose in una sorta di Pensiero Unico globale;
3. La lotta contro le “identità forti” difficilmente omologabili alla cultura mondialista;
4. Una strategia d’azione che prevede l’utilizzo strumentale della
politica (una sorta di vera e propria “criptopolitica”) per ben altri
scopi che rimangono occultati alle masse;
5. L’ossessione per la riduzione della popolazione o almeno del suo contenimento;
6. Lo stretto rapporto – fin quasi ad una vera e propria
identificazione – con i grandi potentati economici: a tal punto che,
nell’immaginario di molti, il NWO ha finito per identificarsi con il
potere dei colossi bancari e delle multinazionali che ne sono, per certi
versi, l’espressione più visibile.
3-L’atto sessuale diventerà solamente un gesto di affetto non più
indispensabile per la procreazione. Dall’invenzione di strumenti capaci
di provocare con un click il piacere sessuale alla clonazione
dell’individuo tanto sognata dall’oncologo Veronesi… L’Uomo del futuro
sarà davvero un ermafrodita, un “modello unico”? In quanto tempo
l’eugenetica pensa di raggiungere questo obiettivo?
Questo “traguardo” non è una tappa obbligata dell’umanità. Non è
detto che l’uomo debba diventare per forza un essere geneticamente
modificato, un OGM e che la riproduzione avverrà soltanto in provetta.
Ma per reagire a queste derive eugenetiche l’uomo contemporaneo dovrebbe
riappropriarsi della propria identità sessuale e comprendere che questo
terzo sesso agognato dai media è in realtà un prodotto dei Poteri
Forti. Al contempo dovrebbe rendersi conto che la riproduzione relegata
al campo scientifico diventerà un lusso permesso a pochi, ossia a coloro
che potranno permettersi l’accesso alle terapie.
4-In Italia alcune scuole hanno già abolito i termini “Mamma” e
“Papà” sostituendoli con “genitore 1″ e “genitore 2″: pensa sia anche
questo un passo a favore dell’ideologia gender?
Certo, fa parte di quel processo di riscrittura della neolingua che
George Orwell spiegava magnificamente in 1984. Uno dei punti di forza
della propaganda gender risiede nell’abilità di saper creare nuovi
vocaboli mediaticamente vincenti da sostituire a quelli tradizionali che
vengono progressivamente bollati come sessisti oppure omofobi. Proprio
perché portatrice di una visione dell’uomo e della natura assolutamente
“inedita”, infatti, l’Ideologia Gender è stata costretta a mettere le
mani sulla lingua allo scopo di modificarla. Già l’imposizione del
termine “genere” al posto di “sesso”, o l’invenzione del termine “gay”,
sono stati, indubbiamente, notevole successi; eppure, negli ultimi
tempi, il processo “neolinguistico” sembra aver fatto passi da gigante.
Al termine gender, infatti, si affiancano giorno dopo giorno, nuovi
neo-vocaboli destinati al sicuro successo. Così, ad esempio, il vecchio
termine omosessuale (già divenuto sinonimo del più popolare gay) è già
stato ampiamente sostituito dal termine trans-gender (indicante un
individuo che, per l’appunto, “transita” da un genere all’altro); mentre
anche il vecchio termine “eterosessuale” sembra destinato a finire in
cantina sostituito dal più “ortodosso” cis-gender (ovvero, colui i cui
tratti sessuali di nascita “coincidono” con il genere di appartenenza).
Così la sostituzione di termini o espressioni quali madre, padre,
donna incinta, etc rientrano in questo processo di erosione semantica e
di riscrittura della lingua dove, proprio come in 1984, il controllo sui
vocaboli trasforma lentamente le menti stesse dei parlanti, rendendo di
fatto impossibile anche solo formulare concetti “proibiti”.
5-Principe o principessa: che ruolo giocano i cartoni animati nell’orientamento sessuale dei bambini?
I cartoni animati sedimentano nell’orientamento del bambino immagini
fortemente evocative: pensiamo già a cartoni ambigui come Lady Oscar in
cui la protagonista si veste e si atteggia da uomo e fa innamorare di sé
sia uomini che donne (compresa la futura regina Maria Antonietta).
L’universo anime giapponese veicola l’immagine dell’eterno adolescente,
un efebo o lolita dai contorni sessuali ambigui o esplicitamente
maliziosi (si pensi al celebre Lamù) che i bambini e poi i ragazzi
tendono a emulare. Dai cartoni degli anni ’80 ovviamente questa tendenza
ha tenuto il passo con l’evoluzione della dottrina gender.
A fianco ai cartoni abbiamo anche una lista lunghissima delle serie
TV che vedono al loro interno almeno un personaggio gay o bisex (o
“pansessuale” come il Jack Harckness di Torchwood) e la tendenza si sta
sviluppando soprattutto sul fronte teen con serie rivolte a un pubblico
adolescente (tendenza inaugurata a partire da Dawson’s Creek). In una
puntata del telefilm Once Upon a Time (C’era una volta) rivolto proprio a
un pubblico giovane, troviamo la principessa Mulan innamorata di
Aurora…
6-Nel libro viene dedicato uno spazio importante al tema della
pedofilia. Perfino Pannella, Vendola ed altri politici avrebbero spesso
giustificato tale fenomeno sulla base del “diritto del bambino ad avere
una propria sessualità”: dovremmo già prepararci ad una più forte
propaganda mediatica a favore della pedofilia?
La cronaca sembrerebbe portarci in questa direzione. Nelle “alte
sfere” dei fautori del mondo-gender la pedofilia non è affatto ritenuta
come un crimine esecrabile ma, addirittura, come un momento di
necessario, inevitabile progresso della morale umana. I padri della
rivoluzione sessuale e dell’Ideologia di Genere, come Alfred Kinsey e
John Money, non avevano nessuna remora a riconoscere la pedosessualità e
la pedofilia come momenti irrinunciabili della “liberazione sessuale”
dell’umanità.
Eppure, a oggi, la morale di massa non può accettare il pensiero che
un bambino possa avere contatti sessuali con un adulto. Una delle
ragione, naturalmente, è che tali contatti avrebbero come oggetto una
creatura considerata “non ancora capace di assumersi scelte libere”, e
quindi presupporrebbero un’inevitabile forma di violenza ai danni del
fanciullo. Per questo coloro che vogliono legittimare la pedofilia come
semplice “orientamento” tentano di veicolare l’idea che il bambino non
sia una creatura “innocente” e “pura” ma che al contrario abbia pulsioni
sessuali fin dalla nascita. Se a parere degli ideologi del gender lo
stesso bambino ricercherebbe il contatto erotico con gli adulti, nulla
si opporrebbe a favore di uno sdoganamento della pedofilia: una
pedofilia, naturalmente, che si vorrebbe “non violenta” e “rispettosa”
della scelta del bambino.
La liberalizzazione (e legalizzazione) della pedofilia sono dunque i
prossimi obbiettivi dei “grandi architetti” della coscienza di massa? A
partire dall’attuale “sentire comune”, almeno a tutt’oggi, sembrerebbe
difficile far accettare la pedofilia al grande pubblico: ma sarebbe lo
stesso, ci chiediamo noi, dopo qualche anno di mirata e costante
propaganda mediatica?
Solo il prossimo futuro potrà dircelo
di Roberta Barone
da L’Intellettuale Dissidente
1 commento:
Vogliono distruggere l'istituzione familiare è vero, lo vediamo e sentiamo tutti i giorni dalla subdola propaganda dei media. Sono dei maledetti dittatori della psiche umana e dire che io darei tutto quello che ho se potessi riavere mia mamma e mio papà che ho perso troppo presto.Io non voglio vivere in una società omologata dove tutti sono identicamente amorfi e simili l'uno all'altro,ma sopratutto non voglio vivere in una società fondata sulle basi giustamente ben descritte nell'articolo. Però come si può fare a combattere contro questo "mostro"?quali possibilità abbiamo? Sono parecchio disilluso da tutto quanto in questa società in cui sopravvivo proprio di forza e senza molta speranza,anzi nessuna speranza nel futuro.
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