Le Incognite Della Società Del Futuro: “L’intelligenza Artificiale Più Pericolosa Del Nucleare”

Indipendenti, coscienti e più forti di noi. Sono i robot del futuro, alimentati da un’intelligenza artificiale che presto potrebbe superare l’uomo e metterlo in una situazione di
svantaggio.

Non è la trama di un nuovo film di fantascienza ma una delle conclusioni a cui è giunto il Future of Life Institute , un gruppo composto da esperti del settore e aziende che lavorano da anni nello sviluppo di applicazioni
robotiche avanzate.

Il gruppo ha pubblicato una lettera aperta che ha lo scopo di coordinare gli sforzi della comunità e informare le persone sui progressi nel campo
dell’Artificial Intelligence, per assicurarsi che vengano messe in pratica tutte le misure necessarie non solo ad
incentivare la ricerca ma anche a evitare che si arrivi ad un punto di non ritorno in cui le macchine finiranno per sopraffare l’uomo.

Le preoccupazioni maggiori per i sostenitori dell’iniziativa, tra cui IBM, Microsoft e Deep Mind, acquisita un anno fa da Google, si concentrano sugli sviluppi di strumenti
autonomi che potrebbero diventare totalmente indipendenti dall’intervento umano. Si va dalle auto chi si guidano da sole ad armi belliche e piattaforme di sorveglianza, nate per
supportare la società ma con il potenziale per ribellarsi e fondare una propria rete di controllo. Secondo i ricercatori è plausibile un futuro in cui le macchine potranno autogestirsi e
rivoltarsi contro i loro stessi creatori. Il dubbio è sempre lo stesso: cosa fermerà i robot quando diventeranno senzienti e in grado di ragionare da soli?

“L’intelligenza artificiale è una grande sfida che può portare benefici insperati per l’umanità ed è quindi necessario capire in che modo tali benefici possono trasformarsi in insidie” –
si legge nella prefazione della lettera . L’argomento è di interesse comune e non privo di scontri tecnici ed etici. Elon Musk, CEO di Tesla e di SpaceX , due aziende che puntano
molto sull’intelligenza artificiale applicata alle automobili e alla realizzazione di razzi civili per lo spazio, ha in più di un’occasione spiegato i pericoli di un eccessivo affidamento a
sistemi robotici, tanto da considerare l’intelligenza artificiale “più pericolosa del nucleare”.

Ma siamo sicuri che non si tratti solo di un’eccessiva preoccupazione magari influenzata proprio dal cinema e dai racconti fantascientifici di autori come Philip K. Dick?

Il Future of Life Institute non è il solo organo che si preoccupa di teorizzare quello che sarà il mondo dominato da robot e automi. Lo scorso novembre la società di consulenza
legale inglese Jomati Consultants aveva realizzato il documento ‘Civilisation 2030: the near future for law firms ‘ in cui viene descritto un panorama in cui il giudizio
legale sarà campo esclusivo dell’intelligenza artificiale. Il motivo? “I robot non fanno scioperi, non si stancano, non chiedono un aumento di stipendio e, soprattutto, applicano pedissequamente
la legge”. Un contesto che pare essere il paradiso del diritto ma non quello del pensiero critico e riflessivo che in alcune occasioni deve saper tenere il passo con il codice.

Ma basta guardare poco più in là per scoprire che i robot hanno già sostituito l’uomo in situazioni fino a poco tempo fa impensabili.

Ad esempio NAO è il piccolo robot programmabile sviluppato dalla Aldebaran Robotics per insegnare matematica e informatica agli alunni della scuola secondaria e già attivo in diverse classi degli
Stati Uniti . A bordo della Royal Caribbean ci sono invece due braccia bioniche che, come novelli Tom Cruise, servono al Bionic Bar cocktail e drink, shakerandoli senza far cadere nemmeno una
goccia. E che dire dello spettacolo? In Giappone c’è una diva chiamata Hatsune Miku , un umanoide con voce sintetizzata al computer che vanta già alcune apparizioni teatrali durante scene de ‘La
metamorfosi’ di Kafka.

Ma c’è chi ha ancora voglia ed energia per rivalorizzare il ruolo dell’uomo nella società del futuro. Negli ultimi tempi molti stanno rivalutando un libro del professor Howard
Gardner in cui vengono descritte le cinque chiavi, ancora valide, che l’umanità deve saper utilizzare per vincere la battaglia contro la deriva della tecnica e della scienza: la padronanza delle
maggiori teorie e interpretazioni del mondo; l’integrazione di idee e conoscenze di diverse aree disciplinari in un insieme coerente; la capacità di escogitare soluzioni a problemi nuovi; la
consapevolezza delle differenze tra uomini e culture diverse; l’accettazione della propria responsabilità personale e generale. Elementi e procedimenti mentali che solo l’uomo è in grado di
sviluppare e che nessuna macchina potrà mai fare propri.

La Stampa.it


1 commento:

Anonimo ha detto...

“I robot non fanno scioperi, non si stancano, non chiedono un aumento di stipendio e, soprattutto, applicano pedissequamente
la legge”


http://youtu.be/1vCLeV7PfJs

 


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