ALERT! LA BCE PREPARA IL PRELIEVO FORZOSO DALLE BANCHE ITALIANE!!!

PARIGI - Secondo il quotidiano economico francese "Les Echos" - l'equivalente in Francia dell'italiano Sole 24 Ore - la Banca centrale europea sta preparando "direttive" per aiutare le banche dell'eurozona
a gestire l'enorme stock di crediti a rischio e togliere cosi' uno dei freni alla ripresa economica: si tratta di crediti difficili o impossibili da esigere che, in base ai dati del Fondo monetario internazionale, alla fine del 2014 sono arrivati nella zona euro a sfiorare la somma di mille miliardi di euro. E molto probabilmente sono proprio queste "direttive" in preparazione da parte della Bce a spaventare a morte i mercati finanziari. Proprio a questo scopo, la Bce nei giorni scorsi ha trasmesso ad un campione di banche europee, tra cui le italiane Monte dei Paschi di Siena e UniCredit, ma anche Banca Popolare di Milano, Carige, Banco Popolare e Bper, un dettagliato questionario sui crediti deteriorari diventati inesigibili presenti nei loro bilanci e non ancora contabilizzati come perdite vere e proprie. Benchè lo siano. L'iniziativa della Bce - la cui notizia è diventata di pubblico dominio lunedi' 17, ha provocato a partire da quel giorno fino ad oggi ininterrottamente la catastrofica caduta dei corsi dei titoli in Borsa di tutte le banche italiane. In Italia, sia il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan che l'Associazione delle banche italiane - precisa Les Echos - ieri, martedì, sono corsi ai ripari affermando che il passo intrapreso dalla Bce non e' il frutto di particolari preoccupazioni per il sistema creditizio della Penisola: "Non c'e' una specifica preoccupazione per le banche italiane" ha dichiarato Padoan in un comunicato. Secondo l'Abi, invece, la richiesta della Bce di informazioni supplementari da certe banche sui loro crediti deteriorati non significa che l'Eurotower imporra' agli istituti di prendere misure specifiche per ridurre lo stock di crediti a rischio: e' "solo uno studio per identificare le migliori pratiche nella gestione dei crediti a rischio", insomma, una "attivita' di routine". le rassicurazioni non hanno affatto raffreddato i mercati, al contrario li hanno se possibile surriscaldati: ieri alla chiusura Mps perdeva oltre il 14%, superando il 50% di perdita di valore del titolo azionario da inizio gennaio 2016. Questa interpretazione dell'Abi e' stata poi confermata - ieri - ufficialmente dalla stessa Bce: la richiesta in questione e' stata fatta a banche di "tutta l'eurozona", e non soltanto a quelle italiane; e comunque, ha fatto sapere un portavoce dell'istituto di Francoforte, le banche in questione sono state scelte unicamente su base statistica, in quanto sono "un campione rappresentativo" dell'intero sistema europeo del credito, e non a causa di loro presunte difficolta' proprie: si tratta quindi di una "procedura standard in materia di supervisione". Ma le precisazioni della Bce, come furono quella della Fed ai tempi del crac Lehman, lasciano il tempo che trovano e il tempo segna tempesta. Con le informazioni ottenute, la Bce conta di preparare "nuove direttive sulle pratiche da adottare in merito ai crediti a rischio" scrive l'informato quotidiano economicofrancese, direttive che "poi saranno utilizzate dalle squadre di supervisori della Bce quando in futuro dovranno formulare specifiche raccomandazioni alle singole banche". A parere di Guillaume Maujean, capo redattore Finanza e mercati di "Les Echos", quello intrapreso dalla Bce e' un passo importante ed essenziale per far emergere una vera Europa di banche "sane". E' evidente, quindi, che le sei italiane su cui ha acceso il faro la Bce non lo siano. E d'altra parte, come potrebbe essere diverso da così? Unicredit, da sola, denuncia oltre 50 miliardi di euro di crediti in sofferenza, praticamente perdite certe. Mps, poi, è sottocapitalizzata, ha non meno 12 miliardi di euro di "buco" nei conti provocato da sofferenze non adeguatamente coperte da capitali della banca, e in più continua a precipitare in Borsa. La Bce potrebbe chiedere in prima istanza uan ricapitalizzazione pari almeno alle perdite, in seconda istanza - non fosse eseguita - il bail in. Redazione Milano.

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