IN BRASILE SEMBRA CHE ABBIANO VINTO GLI INDIGENI: BLOCCATA MEGA-DIGA IDROELETTRICA CHE AVREBBE DEVASTATO L’AMAZZONIA

Proprio quando gli occhi del mondo sono incollati sul Brasile per l’inizio delle Olimpiadi, l’Istituto brasiliano delle risorse naturali rinnovabili e ambientali (Ibama)
annuncia l’annullamento della licenza di costruzione del mega-progetto di São Luiz do Tapajós, una gigantesca diga idroelettrica che avrebbe stravolto il cuore dell’amazzonia brasiliana: con un bacino di 729 chilometri quadri (circa l’estensione di New York), la diga – la prima delle 43 previste sul fiume Tapajós – avrebbe sommerso 400 chilometri quadri di foresta pluviale incontaminata, portando inoltre alla deforestazione di un’area di 2.200 chilometri quadri, e distruggendo la vita degli indigeni Munduruku, che abitano la valle del Tapajós da generazioni.


«Noi, gli indigeni Munduruku – ha commentato Arnaldo Kaba Munduruku, rappresentante generale del suo popolo – siamo molto felici nell’apprendere questa notizia. Questo risultato è molto importante per noi. Ora continueremo a combattere contro le altre dighe che minacciano il nostro fiume».

Come tornano infatti a sottolineare da Greenpeace – associazione che è stata vicina agli indigeni sostenendone le battaglie – sono altri 42 i progetti idroelettrici previsti per il bacino del fiume Tapajós e centinaia previsti per l’ Amazzonia, come parte di un modello di sviluppo economico aggressivo che non riconosce l’importanza di preservare le foreste. Quella idroelettrica è un’importante fonte d’energia rinnovabile, ma le dighe finora costruire in Amazzonia hanno avuto impatti significativamente negativi sulle comunità indigene, l’ambiente e sono state implicate in scandali di corruzione. Per questo negli ultimi mesi, più di un milione e duecentomila persone in tutto il mondo hanno voluto sostenere la lotta degli indigeni Munduruku per dire no alla diga di São Luiz do Tapajós, chiedendo a multinazionali come Siemens di prendere le distanze dal progetto e di seguire l’esempio di Enel che ha confermato a Greenpeace di voler abbandonare questo pericoloso progetto.

«Questa è una grande vittoria per gli indigeni Munduruku e per tutti coloro che hanno a cuore il futuro della Foresta Amazzonica e dei suoi abitanti – è il commento di Martina Borghi, Campagna foreste di Greenpeace Italia – Chiediamo al governo brasiliano di completare immediatamente la demarcazione ufficiale del territorio dei Munduruku e di scegliere un modello di sviluppo basato sull’efficienza energetica e l’impiego di energia veramente sostenibile, come quella solare ed eolica. Chiediamo inoltre a Siemens e tutte le altre aziende che avevano mostrato interesse a partecipare al mega-progetto di São Luiz do Tapajós di impegnarsi in favore della protezione dell’Amazzonia e di promuovere progetti lungimiranti, capaci di portare benefici all’ambiente e ai Paesi che li accolgono, invece di minacciarli».

1 commento:

Anonimo ha detto...

aaah!una notizia stupenda.Fa veramente bene e sono molto felice per loro!

 


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